Il coinvolgimento dell’IA nei processi di apprendimento è un fenomeno complesso che richiede un’analisi attenta delle sue molteplici implicazioni, soprattutto se questo riguarda gli adolescenti. Dobbiamo riconoscere che l’IA, oltre ad offrire delle opportunità formative non solo per ragazzi ed insegnanti, rappresenta anche rischi per lo sviluppo cognitivo.
L’adolescenza è un periodo fondamentale in cui si sviluppa il pensiero critico, la capacità di argomentare e si esercita la tolleranza alla “fatica cognitiva”, fondamentale per la maturazione e crescita di ciascuno: attraverso prove ed errori, cioè, si costruisce una propria personalità intellettuale.
Durante l’adolescenza ognuno sviluppa il proprio stile cognitivo, la propria relazione con la conoscenza e dovrebbe fortificare la capacità di resistere e reagire alle frustrazioni cognitive, oltre a rialzarsi dagli inevitabili fallimenti che il percorso della vita presenta.
In questo contesto se uno strumento esterno semplifica eccessivamente il lavoro intellettuale e fornisce risposte in sostituzione ad un atto di ricerca ed elaborazione, rischiamo di vedere compromesso il processo di sviluppo cognitivo.
I ragazzi adolescenti che stanno costruendo la propria indipendenza intellettuale possono veder minacciata la loro emancipazione da un uso eccessivo dell’IA che può creare dipendenza e ridurre la fiducia nelle proprie capacità con chiare ripercussioni sull’autostima.
L’apprendimento è un processo squisitamente e prevalentemente sociale.
I ragazzi apprendono soprattutto confrontandosi tra pari, oltre che con loro stessi e con i propri limiti e le proprie potenzialità. Nella relazione negoziano significati, vivono conflitti che imparano a superare e uno strumento tecnologico, per quanto evoluto e sofisticato, non potrà mai sostituire la meraviglia dei rapporti umani.
Tuttavia, è innegabile che l’IA offra delle straordinarie opportunità. L’IA può personalizzare l’apprendimento in modo straordinario, perché in grado di adattarsi ai ritmi e agli stili cognitivi di ognuno. Questo è particolarmente prezioso in un’età in cui ogni ragazzo e ragazza sta plasmando la propria identità e personalità.
L’IA può adattare contenuti, ritmi e metodologie alle caratteristiche di ogni studente, offrendo percorsi formativi taylor made.
L’ IA può offrire un supporto specifico per studenti con maggiori difficoltà di apprendimento, o bisogni educativi speciali, perché offre spiegazioni alternative e modalità di comunicazione diversificate.
L’IA può fornire correzioni e suggerimenti in tempo reale, permettendo agli studenti di autoregolare il proprio apprendimento.
l’IA può aiutare gli insegnanti nelle correzioni di base liberando il carico amministrativo e regalando tempo prezioso per concentrarsi su altre attività. Può aiutare a creare materiali didattici personalizzati, suggerire attività da proporre, generare esempi ed esercizi, adattare contenuti per studenti con bisogni specifici.
L’IA può creare ambienti di apprendimento virtuali che permettono esperienze altrimenti impossibili: esplorazioni storiche, esperimenti scientifici complessi, simulazioni di situazioni reali.
Insomma, l’IA dovrebbe essere uno strumento che amplifica le capacità umane ma non le dovrebbe sostituire.
La sfida sta tutta qui.
Milo Muffato