Nel mondo del lavoro, per quanto riguarda le scelte professionali dei giovani, c’è aria di cambiamento: infatti, in controtendenza con quanto ci eravamo abituati, si inizia a osservare un forte aumento di interesse verso i mestieri tecnico-pratici.

Questa è una notizia positiva, viste le difficoltà che ha storicamente il mercato del lavoro nel trovare un numero sufficiente di persone che intraprendano una carriera in questo settore.

Anche per il 2023 Skuola.net ha condotto il suo annuale Osservatorio “Giovani e Professioni”, per il quale ha raccolto le risposte di 2.500 studenti delle scuole superiori italiane.

Quello che è emerso è che circa 1 ragazzo su 4 tra quelli prossimi al diploma considera il settore tecnico-pratico come un’opzione valida per il proprio futuro. La proporzione aumenta ulteriormente concentrandosi sui maturandi di genere maschile, per i quali si sale a 1 su 3.

Questi numeri sono in rapida crescita rispetto al passato: soltanto l’anno precedente (dati dell’Osservatorio 2022) si parlava di poco meno di un ragazzo su 5.

C’è anche un calo significativo nel numero di chi la possibilità di scegliere un mestiere tecnico-pratico la esclude a priori: nel 2022 erano il 53% dei maturandi, nel 2023 è già sceso al 49% (39% tra gli studenti maschi).

Una delle ragioni di questo cambiamento la possiamo trovare nel fatto che alcuni radicati preconcetti stanno perdendo forza: ad esempio i ragazzi che ritengono quasi “obbligatorio” per un liceale scegliere un settore professionale più teorico è sceso dal 33 al 20% in un solo anno, e nello stesso periodo il numero di chi esclude le carriere tecnico-pratiche in base allo status socio-economico che immaginano essere associato a questi mestieri è passato dal 19 al 14%.

Tutti questi segnali ci parlano di come potremmo avere la possibilità di colmare la differenza tra domanda e offerta sul mercato del lavoro italiano, ovviamente a patto che questo sia in grado di offrire le giuste condizioni.

Tra gli aspetti più importanti emersi dall’Osservatorio c’è la necessità di avere accesso ad adeguati percorsi di formazione professionalizzanti post-diploma, come ritiene il 57% degli intervistati.

In cima alla classifica delle richieste troviamo: una buona retribuzione, un sufficiente bilanciamento tra vita privata e lavorativa e adeguati standard di sicurezza sul lavoro. Si tratta proprio dei benefici che, grazie all’evoluzione delle tecnologie e in generale del mercato occupazionale, questo settore sta progressivamente diventando sempre più in grado di offrire. Con tutta probabilità è anche grazie a questi cambiamenti che si sta verificando l’aumento di interesse che stiamo osservando.

Un’altra cosa che ben 9 studenti su 10 hanno dichiarato essere per loro molto importante, tra ciò che il settore tecnico-pratico ha da offrire, è l’idea di contribuire a realizzare prodotti o servizi utili per la collettività.

Per quanto riguarda i settori di interesse, dai risultati si osserva una certa ripartizione in base al genere: metà degli studenti maschi interessati al settore concentrano le loro preferenze su un podio che vede il comparto della mobilità – automobilistica, ferroviaria, aeronautica – al primo posto, seguito dall’industria digitale ed elettronica e dal settore dei servizi alberghieri e della ristorazione, discostandosi leggermente dalle studentesse, nel cui caso circa la metà si divide equamente tra il comparto del digitale e dell’elettronica, quello alimentare/chimico/farmaceutico e quello dei servizi alberghieri.

Insomma, da questi segnali si intravede un futuro di aumentata rilevanza per un gran numero di professioni tecnico-pratiche, in cui la capacità del sistema di fornire una formazione adeguata, soprattutto post-diploma, giocherà un ruolo chiave, assieme ai miglioramenti delle condizioni lavorative che le aziende saranno in grado di offrire. 


Margherita Contò

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